quando nasce un mito Honda Four

Da oggi periodicamente pubblicherò un articolo su una moto HONDA che ha fatto la storia del motociclismo italiano, oggi vi parlerò di una moto che non solo è stata amata dai motociclisti italiani ma anche dal cinema. Vi chiederete di che moto parlo….. non parlerò di una moto specifica ma di una serie che ha reso famosa in occidente il marchio Honda la serie dei quattro cilindri ( da qui il nome FOUR).Arrivati in Italia tra la fine degli anni 60 e i primi anni 70 furono subito apprezzati dai motociclisti per il rivoluzionario motore 4 cilindri per le dotazioni di serie. Queste moto fecero nascere quella che tutt’oggi è la filosofia della casa del Sol Levante, moto da far sentire chiunque subito a suo agio. Il motore a 4 cilindri era per gli altri costruttori di moto ancora troppo complesso e la Honda divenne da subito la più venduta e il riferimento di mercato per tutti gli altri marchi. Come già detto furono subito utilizzate nel cinema d’azione possiamo ricordare alcuni titoli Bello onesto emigrato, La patata bollente, La città gioca d’azzardo, film polizieschi ambientati a Napoli,Roma,Milano e tanti altri.Questa passione che ancora oggi vive nei numerosi club sparsi nel mondo. La Honda Four, nelle varie cilindrate, è stata venduta in più di 600.000 esemplari ed è stata sostituita dalla nuova serie dotata di doppio albero a camme. Entriamo nello specifico con una breve descrizione dei modelli partiamo dalla regina

La CB750 Four presentata, al salone di Tokio del 1968, presentava un motore a 4 tempi e 4 cilindri in linea da 736 cm3 dotato di distribuzione in testa a 3catena, in un panorama in cui la maggior parte dei modelli di larga produzione presentavano le valvole in testa, ma avevano ancora la distribuzione ad aste e bilancieri. Nel panorama delle maximoto del tempo era l'unica che presentava quel tipo di caratteristiche; le concorrenti più accreditate presentavano dei frazionamenti del motore diversi, le Moto Guzzi V7 Sport, Laverda SF, Ducati 750 GT, Norton Commando e BMW R75/5 presentavano motori a 4 tempi ma bicilindrici, le Kawasaki 750 Mach IV e Suzuki 750 GT presentavano invece propulsori a 2 tempi.
Non si può dire comunque che questa soluzione tecnica fosse stata né ideata dai tecnici del Sol Levante (la belga FN costruiva moto a 4 cilindri già negli anni ‘10), né sviluppata dagli stessi (MV Agusta, Benelli, Ducati e Gilera partecipavano alle competizioni motociclistiche con modelli quadricilindrici e la Moto Guzzi aveva realizzato anche una V8 da corsa già nel 1957). La prima versione richiamava quella della Honda CB 450 già sul mercato da qualche anno; meccanicamente era dotata di un cambio a 5 rapporti e presentava un'alimentazione con 4 carburatori. Il mezzo era anche dotato di avviamento elettrico di serie, di una strumentazione completa e di freno a disco all'anteriore; tutte queste caratteristiche erano perlopiù inedite sulla produzione del tempo. I modelli della Honda 750 Four vanno dalla prima K0 (del 1969), alla K1, K2 e così via, fino alle varie F (F, F2) della fine degli anni ’70.
La CB 500 Four è una motocicletta prodotta dal 1971 al 1979. Non si tratta precisamente della sorella minore della famosa 750, perchè il progetto è completamente nuovo. Considerato il successo della 750, in Honda si decise di non badare a spese, e così la cilindrata minore venne progettata con un occhio di riguardo alla leggerezza ed alla distribuzione dei pesi. Il telaio fu progettato soprattutto nella parte superiore, manteneva sotto al motore la classica struttura in tubi a culla chiusa (caratteristica delle Four). Quanto al motore, esso manteneva il "marchio" tecnologico che aveva azzerato la concorrenza di allora (soprattutto britannica): quattro cilindri in linea, quattro carburatori, quattro scarichi separati, distribuzione a catena in testa. Malgrado l'estetica sportiva e le ottime prestazioni la CB 500 four (1971) veniva utilizzata anche per quello che sarebbe diventato il mototurismo; infatti con vibrazioni quasi assenti , la sella bassa e ben rifinita si distinse anche per la comodità del passeggero, inoltre disponendo di freni a disco garantiva un alto grado di sicurezza . Raramente si vedevano elaborazioni o modifiche rilevanti su questa moto, era già al top di serie.

La CB 400 Four entrata in produzione dal 1975,era in pratica una espansione del modello 350 degli anni precedenti. Il maggiore cambiamento era dato dall'aumento dell'alesaggio che portò la cilindrata a 408 cc, dall'adozione (cosa rara per quei tempi) di un cambio a 6 marce e6 marce e di uno scarico 4 in 1 che seguiva le forme del telaio finendo nello scarico posto sul lato destro. Le altre caratteristiche erano date dal serbatoio del carburante con linee più spigolose e il manubrio in stile Café Racer, che dava alla moto un aspetto più corsaiolo dei modelli precedenti da 350 cc; inoltre furono arretrate le pedane del guidatore e rese retrattili per evitare l'interferenza con il pedale di avviamento (kick starter). Anche nel nome si era cercato di sottolineare queste caratteristiche aggiungendo la sigla Super Sport. Questo modello era l’unico ad essere spesso modificato per motivi esclusivamente estetici, infatti era un classico degli anni settanta cambiare la sella nera con una semi-monoposto bianca. Ultima ma non per questo meno importante

La CB 350 F (nota anche come CB 350 Four dalla targa identificativa presente sui fianchetti laterali). La moto era dotata dell’ormai famoso 4 cilindri in linea Honda 348 cc. Venne prodotta solamente nel biennio 1972 - 1974 e nel 1975 venne sostituita come ben sapete dalla più grande CB 400 F. Da notare che nello stesso periodo la Honda produceva delle motociclette, le CB 350 sempre di 350 cc di cilindrata (oltre che da 450 cc), dotate di un motore bicilindrico che erano più potenti, leggere, veloci ed economiche della quattro cilindri. Quest'ultima però vantava un motore più gestibile e inoltre era maggiormente di tendenza. Nonostante il motore abbastanza grintoso, che raggiungeva addirittura i 10 mila giri, il telaio e le sospensioni conservano un' impostazione piuttosto turistica, che rende la moto piuttosto imprecisa e "ballerina" in curva. Il successo sul mercato nazionale è stato incentivato anche dal fatto che i 350 cc erano il limite massimo di cilindrata ammesso per i diciottenni; per le cubature maggiori era necessario aver compiuto il 21º anno di età. Anche meccanicamente presentava delle novità importanti per l'epoca come l'adozione del freno a disco anteriore e dell'avviamento elettrico. Nonostante sia rimasta in produzione per un breve periodo la CB350F, con la sua sorella maggiore da 400 cc, figura tra le moto di culto e resta una delle moto di cilindrata minore più sofisticate mai prodotte.

Spero di non avervi annoiato con questo mio articolo e se vorrete continuerò volentieri con altri racconti sulle due ruote.

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